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Hai difficoltà a pagare il mutuo? Ecco i consigli dell'Abi

  • Maria Chiara Sabato
  • 10 lug 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 17 nov 2023

Con un memorandum in cinque punti, l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, dà consigli alle famiglie alle prese le con rate dei mutui più alte a causa dei continui rialzi dei tassi di interesse ordinati dalla Bce nell’ultimo anno.


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Foto di Lillolillolillo/Pixabay


Secondo uno studio della Fabi, la Federazione autonoma dei bancari italiani, a marzo 2023 i crediti deteriorati delle famiglie sono arrivati a 14,9 miliardi di cui 6,8 miliardi di mutui non pagati.


Le difficoltà delle famiglie riguardano soprattutto i mutui a tasso variabile, particolarmente colpiti dall’aumento del costo del denaro portato dallo 0 al 4% in 11 mesi. I mutui a tasso variabile, colpiti dai tassi in salita, ammontano a 140 miliardi.


In una situazione così difficile, l’Abi suggerisce di rivolgersi alla propria banca per valutare le possibili soluzioni appena si entra in sofferenza. Secondo l’Abi il titolare del mutuo può:

  1. Concordare con la propria banca l’allungamento della durata del proprio mutuo;

  2. Chiedere una revisione di altre condizioni contrattuali;

  3. Effettuare la cosiddetta portabilità/surroga dei mutui, cioè la possibilità di trasferire senza spese e costi il proprio mutuo ipotecario presso un'altra banca, modificandone le relative condizioni contrattuali;

  4. Ricorrere al Fondo di solidarietà per i mutui prima casa cosiddetto “Fondo Gasparrini” che permette di sospendere il pagamento della rata del mutuo ipotecario per l'acquisto dell'abitazione principale, fino a 18 mesi, allungando il piano di ammortamento per il periodo della sospensione, in caso di eventi quali, ad esempio, la perdita del posto di lavoro, la riduzione dell’orario di lavoro (cosiddetta cassa integrazione) o la riduzione del fatturato per i lavoratori autonomi.

  5. Trasformare il mutuo da tasso variabile a tasso fisso. La legge di bilancio per il 2023 ha disposto che le banche siano obbligate alla trasformazione, in caso di richiesta del mutuatario che non sia in ritardo nei rimborsi, per i mutui di importo fino a 200.000 euro e con l’ISEE del mutuatario che non deve superare i 35.000 euro.

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